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Agricoltura: due conti sul latte

L’annata agraria tradizionale in Sardegna si conclude il 14 ottobre, festa di Santa Croce (per essere precisi con la denominazione del calendario: Esaltazione della Santa Croce) e lo stesso giorno inizia quella successiva.

Nel Marghine sono in molti a fissare questa data per la scadenza e il rinnovo dei contratti di affitto dei terreni agricoli, soprattutto pascolativi. È anche tempo di bilanci, che sono legati più che altro all’allevamento ovino e bovino da latte e da carne alla produzione e al prezzo del latte di pecora.
Il resto della produzione agricola locale è marginale ed è rivolto più che altro al consumo familiare e alla vendita delle eccedenze, che sono limitate.

Nel 2023 il settore dell’allevamento nel Marghine ha registrato una ripresa, legata anche al prezzo del latte, frenata però dall’aumento dei prezzi dei mangimi, dei carburanti e dell’energia.
Secondo i dati dell’Ismea (Istituto servizi per il mercato agricolo), il prezzo medio dell’acconto per il latte di pecora pagato dagli industriali rilevato a maggio era di 1,3 euro al litro.
Migliore quello pagato ai soci delle cooperative che (sempre dati Ismea) oscilla tra 1,7 e 1,9 al litro.
Questo sarebbe dovuto all’aumento delle quotazioni internazionali del pecorino romano.

Per quanto riguarda le altre produzioni, si registra un aumento della produzione d’olio d’oliva nell’annata 2022-23, del quale solo una piccola parte viene venduta. Non si conosce invece l’andamento della produzione vinicola, quasi tutta destinata al consumo diretto dei produttori. Negli anni scorsi a Dualchi venne riscoperta la coltivazione del grano, pratica che aveva iniziato a diffondersi anche in altri paesi del circondario. Il covid che ha limitato la mobilità e la socializzazione delle persone, ma anche il fatto che il prezzo non remunera il lavoro necessario per produrlo, hanno un po’ frenato gli entusiasmi.