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Il negozio di prossimità contro la Grande Distribuzione

In passato era il punto di riferimento dei consumatori della Sardegna centrale, un polo commerciale con valenza che superava la dimensione locale e richiamava clienti anche da altre provincie.

Negli ultimi 25 anni Macomer ha perso grinta e smalto e da tempo non esercita più quella capacità di attrarre i consumatori che in passato aveva fatto crescere il settore tanto da suscitare l’interesse e e richiamare anche da altre  regioni operatori commerciali che aprirono dei punti vendita avviando nuove attività.

I grandi centri commerciali avviati  un po’ dovunque negli anni Novanta, ma soprattutto a Oristano e Sassari, hanno poi dirottato la clientela e Macomer non è riuscita a stare al passo.

Ora si cerca di recuperare il tempo perduto creando un centro commerciale naturale, che punta a mettere insieme il maggior numero di operatori interessati a promuovere iniziative tese a richiamare l’attenzione dei consumatori e non solo di quelli di Macomer e dei paesi della zona, ma anche oltre.

All’iniziativa hanno già aderito un’ottantina di soggetti: titolari di esercizi e attività legate al commercio, ma anche associazioni e gruppi che intendono rivitalizzare il centro urbano, con particolare riferimento al Corso e con l’obiettivo di rivitalizzare il settore e creare aggregazione e nuove opportunità.

Con il termine “centro commerciale naturale” si indica un insieme di esercizi commerciali che condividono una politica comune di sviluppo per la promozione del territorio. Sotto certi aspetti è una risposta alla grande distribuzione in quanto mira a valorizzare e salvaguardare le potenzialità commerciali e culturali dei centri delle città, come il corso Umberto, che un tempo accoglievano gran parte dei negozi ed esercizi di vendita. In Sardegna  sono una realtà in diversi comuni e funzionano. A Macomer si è tentato di avviarlo agli inizi degli anni Duemila, ma i risultati non furono entusiasmanti. Ora si ritenta con la speranza che le cose vadano diversamente e che sul Corso, un tempo cuore pulsante della città, al posto delle serrande arrugginite con i cartelli “vendesi” e “affittasi” riaprano i negozi e le vetrine.