Premi "Invio" per passare al contenuto

Vino e disabili

I disabili della struttura sociale di Villa Chiara di Olbia, legata all’azione di volontariato svolta dall’Oftal Sardegna, hanno collaborato con l’associazione Binzateris e tredici produttori proprietari di cantine nel centro storico di Macomer alla riuscita della decima edizione della “Rassegna del pirizzolu”, che anche quest’anno ha confermato i successi delle edizioni precedenti. Inclusione e impegno nel sociale hanno dunque caratterizzato l’appuntamento del 2023 che ha raccolto consensi e registrato un grande afflusso di presenze.

Quantificarle non è facile, anche perché tra un assaggio e l’altro diventa problematico contare i presenti, ma valutando a spanne la partecipazione si può dire che la manifestazione è riuscita e ancora una volta è servita a rianimare il centro storico, come faceva una volta la rassegna “Sette carrelas” che apriva le vecchie  case e le cantine come fa oggi “Primavera nel Marghine”.

Quella del pirizzolu è una rassegna particolare perché ripropone quello che una volta era una specie di sottoprodotto del vino, non esattamente un vino novello, ma neppure un vino con le caratteristiche organolettiche che lo caratterizzano.  I

l “Ditzionàriu in línia de sa limba e de sa cultura sarda” della Regione Sardegna, definisce il piriciólu o pirició, il vinello che a Macomer chiamano pirizzòlu o piritzòlu, «binighedhu lenu, fatu aciunghendho abba a sa binatza chentza prentzada, pustis bogau su mustu, e lassandhodha in sa cubedina calecuna die» e precisa che «su piriciou tocat a dhu bufai innantis chi bengat tempus callenti, ca si pudescit».

Vediamo esattamente di che cosa si tratta.
C’è da dire che non è un vino a norma di legge e che non si trova in vendita.
Si tratta di una bevanda che si era estinta in quanto non la produceva più nessuno. Niente a che vedere col vino novello, che si ottiene attraverso una macerazione carbonica, con i grappoli d’uva che vengono sistemati in vasche chiuse ermeticamente e sature di anidride carbonica all’interno delle quali rimarranno per una decina giorni ad una temperatura di 30 gradi.
Il pirizzolu è prodotto  dalla pressatura delle vinacce separate dal mosto e non torchiate alle quali è stata aggiunta acqua tiepida con un poco di zucchero o di mosto per far riprendere la fermentazione.  Sia il pirizzolu che il vino novello soddisfano in tempi brevi il desiderio di provare da subito un prodotto fresco di vendemmia, mentre col mosto i tempi sono più lunghi: bisogna attende l’11 novembre festa di  San Martino e anche di più.