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Tre milioni per il turismo nel Marghine

Per dare attuazione agli interventi servono almeno tre milioni di euro che il Gal conta di ottenere dai fondi del il Programma regionale di sviluppo.  Con la presentazione del documento alla Regione, il Piano di azione del Gal  con gli interventi di sviluppo economico individuati attraverso una serie di incontri e assemblee che hanno preso il via alla fine della scorsa estate, muove i primi passi. Rispetto all’ultima pianificazione, che puntava all’innovazione delle filiere di sviluppo locali e  all’inclusione sociale di determinati gruppi svantaggiati, nei prossimi cinque anni si intende seguire un percorso nuovo partendo dal territorio anziché dalle sue produzioni e dalle aziende che producono.

Detto in termini più semplici, si intende investire sul territorio per renderlo attrattivo dal punto di vista turistico per puntare sul turismo sostenibile.

La presenza dei visitatori sarà in grado di creare un giro economico con ricadute positive per le attività e le produzioni locali legate prevalentemente all’agroalimentare.

Per portare i visitatori nel territorio non basta però sperare che arrivino ma serve capacità di attrazione turistica.

Nei primi anni Novanta la Comunità montana del Marghine e Planargia organizzò un convegno sulle risorse turistiche locali.

Tra i relatori c’era il professor Giancarlo dall’Ara, esperto di marketing e di accoglienza nei borghi e ideatore del modello dell’albergo diffuso sperimentato e collaudato con successo a Bosa e a Santu Lussurgiu, il quale spiegò che le risorse turistiche non sono solo il mare delle località balneari o la neve con le piste da sci nelle zone montane, ma esistono altri elementi di attrazione per i visitatori.

 

Se la Planargia aveva il mare, i paesi del Marghine potevano giocare invece la capacità attrattiva del borghi con le loro tradizioni, i prodotti tipici e gli eventi di grande richiamo che non mancano in tutto il territorio. Il Gal intende percorre questa strada valorizzando gli antichi mestieri, garantendo un’ospitalità diversa da quella delle strutture alberghiere tradizionali, facendo scoprire ai visitatori luoghi di antica memoria, facendo assaporare ed esportando prodotti ottenuti esclusivamente con materie prime del posto.

Posto in questi termini sembrerebbe un discorso semplice, invece è piuttosto complesso.

 

Per realizzare il progetto serve mettere insieme imprenditori che ci credono, a partire da quelli interessati a investire nell’acquisto e nel recupero di vecchie case disabitate per creare la ricettività diffusa che tanto piace a una certa fascia di turismo. I comuni sono chiamati a fare la loro parte migliorando l’aspetto degli abitati con interventi da realizzare attraverso progetti integrati che hanno più facile accesso ai finanziamenti. Da parte di tutti servono invece idee, molto impegno e soprattutto coraggio. Nei prossimi cinque anni il Gal Marghine lavorerà per cercare di realizzare tutto questo.