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Un odissea in treno e autobus

Che i lavori di potenziamento infrastrutturale e tecnologico della ferrovia dorsale sarda tra Macomer e Ozieri-Chilivani avrebbero comportato dei disagi era nel conto, ma non a livelli allucinanti come quelli subiti dai viaggiatori che nei giorni scorsi hanno dovuto fare i conti con un sovraccarico degli autobus sostitutivi e con l’assurdo rispetto degli orari che ha lasciato a terra due volte i passeggeri che il pullman non era riuscito a caricare: la prima volta in attesa di un altro mezzo, che è arrivato un’ora dopo la partenza del primo già a pieno carico, la seconda quando a Macomer la coincidenza per Cagliari non ha atteso dieci minuti l’arrivo del pullman, che di fatto era la continuità del viaggio in treno da Sassari.

Dall’8 gennaio, infatti, i lavori sono stati estesi anche ad altri tratti del percorso ferroviario e anziché da Chilivani, il pullman sostitutivo del treno parte da Sassari. Uno dei passeggeri ha manifestato il proprio disappunto con una lettera all’unione Sarda nella quale racconta un viaggio allucinante, per non dire inverosimile.
Tutto inizia alle ore 14,30 di fronte alla stazione di Sassari. Il bus sostitutivo che collega Sassari a Macomer «è stipato all’inverosimile _ racconta il passeggero rimasto a terra due volte _ e assieme a una dozzina di persone vengo invitato ad aspettare il secondo mezzo che arriverà, ci viene detto, fra qualche minuto».
Negli orari dei mezzi pubblici in Sardegna a volte sembra quasi che il tempo subisca un ribaltamento secondo le regole della relatività generale e cambi di valore a seconda del sistema fisico di riferimento, che in questo caso sono tre: l’area di fronte alla stazione di Sassari, il pullman che trasporterà i passeggeri a Macomer e la stazione di Macomer, dalla quale partirà il treno che li lascerà a terra per la seconda volta.

«I minuti di attesa _ racconta ancora il passeggero del gruppo che ha vissuto il viaggio allucinante che in treno sarebbe durato meno di un’ora _ diventano 60 (nel mondo psichedelico dei trasporti sardi, si sa, il tempo è dilatato) e finalmente si intravede  all’orizzonte il nostro autobus. Il sorridente autista ci comunica che “da Trenitalia hanno garantito la coincidenza in partenza da Macomer alle 16,05”, che attenderà quindi il nostro arrivo. Così ci porta a destinazione alle 16,15. Inutile dire che della coincidenza diretta a Cagliari non vi sia nemmeno l’ombra. Mi persuado così che questo sia uno dei casi in cui, come cantavano gli Zeppelin, le parole hanno due significati: mi sfugge però quali possano essere, in questa situazione, quelli di garantire e attendere».

Il treno partito “in orario” sarebbe arrivato a Cagliari alle 17,44. Quello successivo, in partenza alle 16,32 (meno di mezz’ora dopo) arrivava invece alle 18,52 con un viaggio di 2 ore e 22 minuti, praticamente a 50 chilometri all’ora, più o meno come nella prima metà del Novecento  quando i treni andavano a vapore.