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Macomer: quando il vicino ha il rifiuto facile

Quel genio di Giorgio Gaber, che i meno giovani ricorderanno, andava in tv con lo sketch del “Signor G”, in cui interpretava, contrapponendole, due tipologie di “modello sociale”: il primo soggetto (io mi chiamo G) ricco, realizzato, ammirato e invidiato; il secondo (anch’io mi chiamo G) povero, socialmente emarginato, sfigatissimo.

Giocando su questa schema di contrapposizione ci possiamo esercitare ad individuare, nei comportamenti di alcuni concittadini macomeresi, due diverse tipologie di approccio e di percezione del senso civico.

Il primo signor G (che esiste veramente) è un pensionato che qualche anno fa ha deciso, per passatempo, di adottare un’area pubblica di fronte casa sua e forse per farla sfuggire ad un eventuale destino di parcheggio asfaltato, ha cominciato a piantarci un albero, e poi negli anni qualche altro, e poi qualche oleandro, qualche altra pianta decorativa, e così via, pensando alla manutenzione e alla cura delle essenze nel tempo. Il signor G ha fatto da se, avvalendosi tutt’al più della collaborazione di qualche vicino di casa ma utilizzando l’acqua della sua utenza idrica, acqua che gli deve essere costata un pò, dati gli anni passati e le stagioni calde trascorse. L’area interessata, tra l’altro, è di circa 1500 metri quadri, quindi diciamo che non si tratta di un’aiuola qualunque, ma di un mini mini parco con una quindicina di alberi, interamente a disposizione della collettività, dato che è completamente accessibile. Volendo fare un appunto al signor G vi è da dire che magari l’area non è sempre diserbata a regola d’arte, ma sarebbe veramente pretendere l’assurdo, specialmente in quest’annata dove l’erba, grazie al clima primaverile, l’ha fatta da padrona.

C’è poi l’altro signor G (anch’io mi chiamo G) che è quello che da anni continua a depositare, la notte, qualunque genere di rifiuto, a prescindere dalla tipologia, all’ingresso del condominio, lasciando quindi per giorni lo spettacolo di qualunque porcheria sparsa per la strada, almeno fino a quando il servizio di nettezza urbana non provvede al ritiro come da calendario. Questo signor G, diciamolo, se ne catafotte del calendario di ritiro dei rifiuti e delle regole del convivere civile. Il problema è che, oltretutto, non è l’unico maleducato del condominio; a giudicare dalla quantità di rifiuti lasciati modalità random (“ad minchiam”, come diceva uno scomparso allenatore) il numero dei signor G di questa categoria è ben nutrito. Purtroppo al supermercato, nonostante le continue offerte speciali, quella per l’acquisto dell’educazione non l’hanno ancora tirata fuori.

Tra i due signor G, ovviamente, noi tifiamo per il primo.