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Popolazione: quattromila in meno

In vent’anni ha perso più di 4000 abitanti. Il Marghine è un pezzo di Sardegna che lotta per non sparire. Percorrendo gli abitati dei dieci comuni della zona non sfuggono il silenzio di strade deserte un tempo piene di vita, le facciate con le imposte chiuse da anni, l’erba che cresce ai bordi della via dove raramente passa qualcuno. Sono i sintomi più evidenti dello svuotamento dei piccoli centri, quello che tecnicamente si chiama spopolamento.

Si svuotano i comuni dove i servizi diminuiscono, il medico non c’è più e anche fare una ricetta diventa un’impresa, le scuole hanno chiuso  perché mancano i bambini, banche e poste tirano i remi in barca, la corrispondenza arriva a giorni alterni e l’attesa di una bolletta in scadenza diventa un incubo, soprattutto per gli anziani. Anche il trasporto pubblico è problematico. Per chi non ha la macchina spostarsi per una visita medica o un adempimento burocratico significa perdere mezza giornata.

510 chilometri quadrati  Il Marghine si estende su una superficie di 510 chilometri quadrati. Per chi ha più dimestichezza con le misure agrarie, sono 51 mila ettari. Nel 2001 (dati censimento) contava 24,342 abitanti con una densità di 47,7 abitanti per kmq. Ecco gli ultimi dati Istat disponibili  aggiornatati al 30 aprile di quest’anno: 20.108 abitanti, il 17,40%  in meno dall’inizio del millennio. È come se, da quando l’euro ha sostituito la lira nelle nostre tasche, due paesi come Borore e Sindia si fossero spopolati entrambi diventando come Rebeccu, il paese fantasma frazione di Bonorva dove da anni non vive più nessuno. La densità attuale è di 39,42 ab/kmq, a livello nazionale è di 195,4 ab, in Sardegna di 65,18.

I più fragili Il paesi con il più alto tasso di spopolamento sono Bortigali e Noragugume. Se si considera il decennio tra i due censimenti del 2011 e 2021,  il territorio ha subito un calo demografico dell’8,97%, mentre nei due comuni il calo è rispettivamente del 15 e del 15,4 per cento. Macomer, il centro più popoloso, ha perso il 10,2% degli abitanti.

Le proiezioni Istat prevedono in Sardegna un ulteriore calo demografico di circa il 30%. Ciò significa che il Marghine andrebbe sotto i 14 mila abitanti.

I decessi Il centro Sardegna è terra di centenari. In tutti i paesi della zona si contano una o più persone che che vivono da oltre un secolo e sono numerosi gli ultranovantenni. Se per certi aspetti si tratta di un dato interessante (se vogliamo di colore), dal punto di vista demografico è invece di segno opposto. L’età media della popolazione della zona è di 48,6 anni. In Sardegna è di 45,6 e in provincia di Nuoro di 45,5 anni. La popolazione più anziana è a Dualchi con un’età media di 51,4 anni. Seguono Bortigali  con 51 anni, Bolotana 50,2 e Lei 50 anni. Macomer è tra i comuni più “giovani”: 46,4 anni per abitante, preceduto da Silanus con 48,2 anni. Basso anche il tesso di natalità, che supera di poco il 6 per mille. Ciò significa che, ogni mille abitanti, in un anno sono nati sei bambini, neanche il tanto da mettere insieme  dieci classi prime della scuola elementare. Il saldo demografico dell’ultimo decennio è negativo dal 2001 a oggi in tutti i comuni del Marghine. Hanno il segno meno il saldo naturale anagrafico e il saldo migratorio. Impressionante il numero dei decessi, quasi ovunque il doppio e in qualche comune anche il triplo delle nascite.