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Marghine: incendi veri e sottovalutati

Due anni fa, quando il grande incendio che bruciò le campagne del Montiferru stava per raggiungere il monte Sant’Antonio, il sindaco chiese l’intervento dell’esercito.
Il lavoro di una trentina di volontari e forestali e il mutare della direzione del vento impedirono il peggio.
Nella zona interessata, però erano già in atto misure poste in essere dall’esercito, in questo caso il 5° Reggimento Genio Gustatori, di stanza a Macomer, che si rivelano di grande utilità per bloccare le fiamme.
Si tratta delle fasce taglia fuoco che i militari, con i loro mezzi e la loro esperienza, realizzano tutti gli anni nella zona.
Nei giorni scorsi i mezzi del Reggimento Genio sono intervenuti per sterrare delle ampie fasce sulle quali, fino all’arrivo delle piogge, non crescerà nulla togliendo all’incendio il combustibile necessario per alimentarsi ed andare avanti.
Il territorio di Macomer si estende su una superficie di 12.258 ettari, di cui 1594 di superficie boscata (gran parte sul monte Sant’Antonio) ai quali si aggiungono altri 700 ettari di bosco in territorio del comune di Borore.
Nonostante questo, il piano regionale classifica il territorio di Macomer con indice di pericolosità e di rischio pari a 1, praticamente il più basso.
Ciò significa meno mezzi e meno dotazioni.
Il lavoro dei volontari, l’impegno del comune e il contributo dei militari hanno finora sopperito alle conseguenze di questa valutazione.
Negli ultimi anni gli incendi hanno colpito le campagne a valle dell’abitato.
L’estate scorsa, a metà luglio, il fuoco percorse una vasta area fino a Tossilo.
Nel Marghine, nel 2016 un incendio che andò avanti per alcuni giorni, percorse le campagne di Borore, Dualchi e Noragugume, per proseguire poi in provincia di Oristano, causando danni enormi alle aziende agricole e di allevamento.
Chi ha subito i danni sta ancora aspettando quelli che oggi chiamano i “ristori”.