Mettiamo in fila alcuni comunicati.
L’Associazione Editori Sardi ha emesso un comunicato stampa emblematico di una percezione delle istituzioni che sembra sagomato sull’attivismo inaugurazionale del comune di Macomer: “Nel corso dell’ultima giornata, insieme al regolare svolgimento degli appuntamenti letterari, è stato promosso un appello alle istituzioni da parte degli editori, che hanno chiesto meno tagli di nastri tricolore a favore di telecamere e più sostegno concreto all’editoria sarda”.
Il parroco di Macomer ha dichiarato: «Ci siamo mobilitati per dare risposte ad una situazione che appare drammatica. La Caritas, che ha il polso della situazione, ha accertato che rispetto agli anni passati, in questa cittadina sono aumentate le richieste di assistenza. Non abbiamo i numeri precisi, ma sappiamo che solo gli adulti sono un paio di migliaia: hanno perso anche il reddito di cittadinanza. A questi si aggiungono bambini e famiglie intere. Ci affidiamo al buon cuore della gente, oltre alla disponibilità di tutti i supermercati che operano a Macomer».
L’assessore ai servizi sociali ha dichiarato:
«La situazione è peggiorata in questi ultimi mesi, in tanti non hanno un lavoro e non percepiscono più il reddito di cittadinanza. Collaboriamo con i volontari, per fare un lavoro di rete e cercare di venire incontro a chi vive nel disagio».
Tiriamo le somme: Macomer patisce una crisi profonda dei redditi a fronte della quale non c’è uno straccio di politica per aumentare la ricchezza prodotta. Non c’è un’idea, non c’è una visione, solo una sequenza di interventi, di sviluppi di cose già programmate e di spese aggiuntive per la macchina della propaganda e il saldo delle promesse elettorali. Un esordio di vanità e dissipazione.