Premi "Invio" per passare al contenuto

Premio Nino Carrus: idee nuove contro vecchie chiacchiere

Nato con l’obiettivo di dare un contributo di idee allo sviluppo socio-economico della Sardegna Centrale e in generale delle aree più svantaggiate dell’Isola,  il “Premio Nino Carrus”, che ha cadenza biennale,  sabato 16 dicembre alle ore 10 nella sala consiliare del comune di Borore intitolata all’uomo politico scomparso nel 2002, premierà i tre vincitori della VII edizione del concorso, che per il 2023 è stata dedicata al tema “Presente e futuro delle zone interne della Sardegna: resistere o pensare a sviluppare una nuova esistenza? Proponi idee e progetti in forma di politiche pubbliche, di iniziative sociali e culturali”.

Il  primo premio di 2.500  euro andrà al lavoro che svilupperà l’argomento nel modo più completo ed esaustivo, il secondo di 1500 euro sarà invece assegnato a quello che esprimerà idee e proposte particolarmente originali, il terzo premio di 1000 euro istituito dal Comune di Borore verrà conferito a discrezione della giuria.

La commissione giudicatrice è composta da giovani professionisti esperti in sviluppo locale. Sarà presieduta da Claudia Sedda, direttrice del Gal Distretto rurale Barbagia, Mandrolisai Gennargentu, e ne faranno parte Carlo Pala, politologo Università di Sassari, e Claudia Licheri, animatrice Gal Sinis.

Sul tema delle zone interne, dello spopolamento e del loro rilancio l’Associazione “Nino Carrus” è impegnata da anni con varie iniziative, non ultima il concorso che ha prodotto importanti progetti, ma idee e proposte, per quanto valide e attuabili, sono rimaste inascoltate.

L’ultima iniziativa è stata l’incontro  in due tempi, tenuto a novembre con i protagonisti della politica regionale che a febbraio si presenteranno agli elettori per sollecitarne la fiducia per altri cinque anni e il voto alle elezioni.
Avrebbero dovuto  indicare proposte concrete per affrontare il dramma dello spopolamento, dell’assenza di lavoro qualificato e della mancanza di prospettive per i giovani, dello smantellamento dei servizi pubblici quali sanità, trasporti e istruzione, della mancata applicazione di un regime di fiscalità di vantaggio e della carenza di infrastrutture che frenano investimenti e crescita. Più che a un dibattito su questi temi drammatici che le popolazioni della Sardegna centrale pagano pesantemente in termini di decrescita demografica ed economica, hanno dato vita a interventi sul nulla rigirato in salse diverse, una sorta di “Esercizi di stile” alla Queneau, 99 versioni  della stessa semplice storia, breve e banale, rivisitata ogni volta in uno stile differente.