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Il Premio Nino Carrus va a Seneghe

Le idee ci sono, e lo conferma la VII edizione del Premio Nino Carrus che ieri ha premiato i vincitori, ma per invertire il processo di decadenza delle zone interne serve la volontà politica, che non c’è. Sul tema “Presente e futuro delle zone interne della Sardegna: resistere o pensare a sviluppare una nuova esistenza?” si sono confrontati i concorrenti, tredici in tutto, che hanno risposto al bando dell’associazione Nino Carrus su un tema complesso ma stimolante.

Il primo premio è stato assegnato a Paolo Solinas,  32 anni di Seneghe, che ha presentato un elaborato che descrive l’esperienza realizzata nel suo paese dove, attraverso azioni e interventi mirati a rafforzare il potere di scelta degli individui si è arrivati ad aumentarne poteri, capacità e responsabilità migliorandone le competenze e le conoscenze, che sarebbe quello che in economia è definito col termine inglese empowerment, in italiano potenziamento. Titolo del lavoro al quale è stato assegnato il primo premio: «Empowerment locale e rigenerazione sociale: il caso della cooperativa di Comunità Mussura a Seneghe, Sardegna».

Il secondo premio è andato al lavoro di Giuseppe Pisanu, 36 anni di Sindia, che ha per titolo: «Isola digitale: una piattaforma regionale per la gestione delle politiche abitative in Sardegna».  Si tratta di uno studio che offre interessanti spunti e idee per il rilancio, soprattutto abitativo, dei territori che subiscono un pesante spopolamento causato dal calo demografico. A «L’Ogliastra da qui in poi», un lavoro a quattro mani realizzato da Giulia Olianas di Elini e Matteo Deidda di Villacidro, è andato infine il premio “Comune di Borore”.

La storia della cooperativa Mossura di Seneghe ha suscitato l’interesse della giuria per l’originalità del progetto.  Si tratta di una cooperativa di comunità composta da un gruppo eterogeneo di persone (ingegneri, enologi, biotecnologi, operai, studenti, sociologi, architetti, fumettisti, operatori del turismo) che hanno scelto di tornare a Seneghe dopo avere studiato, lavorato e vissuto altrove o che hanno deciso, sempre in controtendenza rispetto ai fenomeni in atto un po’ dovunque in Sardegna, di continuare a viverci, una sfida che non si è ancora conclusa, ma che sembra funzionare.  Gli elaborati presentati al concorso sono dei veri e propri progetti con idee realizzabili che spesso, come nel caso della cooperativa Mossura, pongono le basi su esperienze reali già collaudate. Quello che l’associazione Nino Carrus ha creato è un parco progetti al quale la politica, se vuole, può attingere a piene mani per avviare interventi di sviluppo nelle aree interne dell’isola. «Il premio _ ha spiegato la presidente dell’associazione, Rosanna Carboni, _ si pone l’obiettivo di dare un contributo concreto a temi di grande attualità e di vitale importanza, quale lo sviluppo locale, della promozione territoriale e dell’impegno politico e sociale a vantaggio delle piccole comunità».