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Inceneritore: si riparte (ma verso dove?)

La Tossilo spa non sarà liquidata.
L’impianto per il trattamento dei rifiuti di Macomer, che l’ideatore, Nino Carrus, aveva definito «sistema di valorizzazione e smaltimento dei rifiuti», avrà un futuro sempre che a gestirlo sia qualcuno che lo faccia con capacità.

Nel corso dell’udienza di ieri, che dovrebbe essere l’ultima, il Tribunale di Oristano ha scritto la parola “fine” alla procedura di messa in liquidazione che stava per cancellare una realtà importante, non solo per il territorio ma anche per metà dei comuni della Sardegna che fanno capo al bacino di conferimento dei rifiuti di Macomer.

Un rappresentante della Camera di commercio nominato dal Tribunale sarà affiancato ai legali della Tossilo spa, gli avvocati Brunello Acquas e Stefano Demuro, nella trattativa con quelli dei creditori per liquidare la situazione debitoria e chiudere definitivamente la partita.

Compito della società sarà ora quello di riavviare il sistema, fermo da diversi anni per consentire lo smantellamento delle due vecchie linee di incenerimento e realizzare una nuova linea di termovalorizzazione, più performante rispetto a quelle dismesse sia in termini economici che di emissioni. Ciò significa che costerà di meno incenerire i rifiuti, ci sarà un maggiore recupero energetico e le emissioni saranno notevolmente ridotte. Se sarà ben gestito, tutto questo dovrebbe tradursi in un deciso abbattimento delle tariffe di smaltimento e indirettamente sulle bollette della Tarsu. Il nuovo impianto è costato 50 milioni di euro. Ultimato da alcuni anni, non è ancora entrato in funzione a causa della procedura di messa in liquidazione che si è conclusa ieri e perché non c’erano i soldi per farlo.