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Imprese nate e morte nell’ultimo triennio

Il confinamento durante la pandemia da Covid e il boom degli acquisti in rete si sono fatti sentire pesantemente sulle attività commerciali di Macomer, ma non più di tanto.

Il commercio ha retto e il quadro economico generale della città, salvo qualche piccola variazione in negativo per alcuni settori, non ha subito grandi stravolgimenti negli ultimi quattro anni.  Reggere in uno scenario complesso, comunque, non è stato facile.

Mentre la gente era chiusa in casa le attività hanno marciato al minimo, per non parlare di bar e ristoranti che sono rimasti chiusi.

Conseguenze pesanti hanno subito anche le strutture ricettive, che a Macomer oltre agli alberghi sono anche alcuni bed and breakfast e un’attività di affittacamere.

Erano in tutto otto prima della pandemia e il loro numero è attualmente immutato.

Gli anni dal 2020 al 2022 e parte del 2023 verranno comunque ricordati per la loro complessità, eccezionalità e imprevedibilità. Il sistema economico di Macomer nella sua globalità ha subito un drastico rallentamento, ma sostanzialmente ha retto.

Un settore, quello dell’allevamento e delle aziende agricole, ha anzi registrato un incremento delle attività.
Al 31 dicembre del 2020 erano infatti 158 e a metà del 2023 ne sono state censite 171 con un incremento di 13 unità. L’incremento riguarda soprattutto le aziende di allevamento che, nonostante le difficoltà legate all’aumento dei costi (mangimi, carburanti, bollette e manodopera), sono aumentate. Crescono, ma di poco, attività artigianali e imprese edili, che in tre anni passano da 272 a 276.
Mini caseifici e aziende alimentari diminuiscono leggermente: erano 37 e a metà dello scorso anno erano 36. Diminuisce di poco anche il commercio in sede fissa passando da 237 attività a 234 a metà 2023. Il commercio all’ingrosso passa da 67 a 70 attività, mentre il commercio su aree pubbliche (ambulanti) passa da 56 a 53 attività. In aumento i servizi degli studi professionali, assicurazioni e rappresentanti: 199 a fine 2020 e 207 a metà dell’anno scorso. In leggero calo i pubblici esercizi (bar) che scendono da 48 a 43. Acconciatori (parrucchieri), estetisti e tatuatori aumentano di poco e passano da 28 a 30.