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Macomer: acqua e disagi

I disagi erano in conto perché, quando sono in corso lavori pubblici o di interesse pubblico, in attesa della loro conclusione è necessario subire le conseguenze di scavi, interruzioni stradali e tutto ciò che deriva dall’attività di cantiere.
È un po’ come con le medicine: si assumono perché i benefici sono comunque maggiori dei danni che possono causare. I lavori di rifacimento di alcuni tratti della rete idrica di Macomer che hanno trasformato alcune zone dell’abitato in un percorso di guerra, stanno creando anche altri disagi legati all’interruzione senza preavviso dell’erogazione idrica. Non è un disagio da poco.
Si pensi a un pubblico esercizio come i bar o i ristoranti, ma anche a tutte le attività che utilizzano l’acqua. Se non si hanno scorte con cisterne e autoclave si ferma tutto. A subire disagi sono soprattutto le utenze private che all’improvviso si ritrovano con i rubinetti a secco. Non è difficile immaginare le sensazioni e i pensieri che attraversano la testa di una persona quando, insaponata sotto la doccia, non può risciacquarsi perché dal soffione non sgorga neppure una goccia d’acqua, neanche fredda. A quel punto non resta che mettere mano alla bottiglia dell’acqua per bere comprata al supermercato e sciacquarsi a freddo masticando imprecazioni a denti stretti.
Nei giorni scorsi l’acqua imbottigliata è stata utilizzata per gli usi più svariati, anche per sciacquare stoviglie o lavarsi la faccia perché dal rubinetto non ne usciva neanche una goccia. L’erogazione si interrompe senza preavviso e i disagi sono facili da immaginare. Di solito quando si verificano inconvenienti alla condotta o all’impianto di sollevamento Temo 2 che pompa l’acqua del potabilizzatore di Monteleone Rocca Doria nell’acquedotto al servizio di Macomer, Abbanoa avvisa per tempo e la gente corre ai ripari. Con i lavori di rifacimento della rete idrica, invece, nessuno dice nulla. Si chiude e basta. I rioni dove i disagi sono maggiormente avvertiti sono quelli delle zone più alte di Macomer, ma anche Santa Maria, Scalarba e le parti alte del Corso. I palazzi sono i primi a rimanere a secco, soprattutto negli appartamenti degli ultimi piani.
Le interruzioni dell’erogazione idrica da qualche tempo accadono con una certa frequenza per cui non è difficile immaginare a quale prova siano sottoposti i nervi degli utenti Abbanoa che li subiscono. Proteste e lamentele non hanno sortito risultati. Non hanno ottenuto neppure risposte o giustificazioni.
C’è chi sta pensano di impugnare le prossime bollette perché, se è vero che l’acqua consumata va pagata, per i disagi qualcuno, soprattutto se non da risposte, dovrà pur pagare.