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Boschi: prima i Piani, ora i soldi.

Il Piano forestale particolareggiato (PFP) è uno strumento che regola la gestione degli interventi nelle aree boschive, delle opere e infrastrutture per la manutenzione, la conservazione, il potenziamento, la fruizione e la valorizzazione del bosco anche come risorsa economica.
Costituisce uno strumento necessario quando, in relazione alla estensione delle proprietà forestali,  alla presenza di soggetti gestori, all’intensità colturale, alla valenza economica dei prodotti o in caso di pubblica utilità, risulti utile una pianificazione di dettaglio.

Il comune di Macomer ha boschi per circa 1100 ettari, in gran parte sul monte Sant’Antonio ed è uno dei pochi comuni sardi ad essersi dotati di questo importante strumento.
Nello specifico riguarda le terre gravate da usi civici, comprese quelle dell’altopiano di Bara. Il piano è uno strumento importante nel percorso di valorizzazione del monte Sant’Antonio e delle aree confinanti intrapreso dalla precedente amministrazione, è va visto in un’ottica di protezione e di valorizzazione della risorsa per coglierne le opportunità occupazionali.
Dotarsi di una pianificazione forestale è obbligatorio per poter accedere alle risorse comunitarie previste dai bandi di finanziamento del Piano regionale di sviluppo rurale e del Piano nazionale di ripresa e resilienza. I fondi destinati alla manutenzione boschiva e alla riqualificazione dei boschi sono consistenti.
Per averli è necessario avere un piano di questo tipo. Senza si è tagliati fuori. In passato il bosco e i terreni comunali sono stati visti solo come risorsa in termini di pascolo e produzione legnatico, al massimo per interventi con i cantieri che creavano occupazione.

Oggi vengono considerati anche in un altra ottica che mette insieme conservazione e tutela, ma anche produttività. Il piano traccia il percorso da seguire, i progetti successivi saranno gli strumenti di attuazione degli interventi.
Il progetto ha mosso i primi passi nel 2017 con l’approvazione del piano di valorizzazione degli usi civici, proseguita con l’adozione del regolamento di gestione delle terre gravate da uso civico, strumenti che consentono di gestire e dare in concessione pluriennale le terre e i locali presenti. Solo una concessione di lungo periodo può dare certezze economiche a eventuali iniziative in grado di produrre reddito e occupazione.
Il piano forestale ha iniziato a prendere corpo nel 2021. Ha coinvolto soggetti diversi, tra i quali associazioni di volontariato, assegnatari e le agenzie regionali Forestas e Agris,  titolari di concessioni per 285 ettari la prima e di 64 ettari la seconda sui quali Agris ha attivato un centro sperimentale per l’allevamento della pecora nera di Arbus. Attraverso il piano si conta anche di accedere ai fondi dei bandi comunitari e regionali e ad altri finanziamenti da destinare alle manutenzione  per circa 200 mila euro all’anno.