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Tossilo: stipendi sbloccati, politica paralizzata

Gli stipendi arretrati dei trenta lavoratori della Tossilo, la società che gestiva e gestirà in futuro il sistema di trattamento dei rifiuti e in particolare l’inceneritore del Consorzio industriale di Macomer, sono stati sbloccati e il salario sarà garantito per tutto l’anno.

È una buona notizia perché restituisce tranquillità agli operai e alle loro famiglie, ma non garantisce certezze perché sul futuro del termovalorizzatore ancora non ci sono date certe. L’incontro convocato a Nuoro dal prefetto Giancarlo Dionisi è servito per sbloccare una situazione vergognosa che avrebbe dovuto essere affrontata dalla politica senza che i lavoratori dovessero intraprendere azioni di lotta e di protesta per rivendicare i loro diritti.

Ma in questa vicenda la politica sembra un concetto astratto, per non dire che è stata assente.

I lavoratori che attendevano il pagamento degli stipendi arretrati sono quelli distaccati nei comuni di Macomer e Borore, dove vengono impiegati evitando la cassa integrazione se non il licenziamento, in attesa della riapertura dell’impianto interamente rinnovato con un investimento di 50 milioni di euro da parte della Regione.
Si tratta di personale specializzato con professionalità acquisita con anni e anni di lavoro nel vecchio impianto, che però necessita ora di aggiornamento per poter essere impiegato in quello nuovo al momento del riavvio. Di corsi di formazione, però, non se ne sente parlare. Il problema del riavvio è legato a una crisi di liquidità dell’azienda, che è stata risolta con uno stanziamento di cinque milioni di euro. In vista della ripartenza, dunque, la strada sembrerebbe essere in discesa, invece no.  C’è la burocrazia che blocca tutto. I fondi per ripartire ci sono, mancano invece le autorizzazioni necessarie per impiegarli. Detto in termini popolareschi: mancherebbe qualche bollo.
Intanto è tutto fermo. Stando alle informazioni date dal prefetto durante l’incontro, forse si riuscirà a far partire l’impianto entro l’estate, ma non è una certezza. L’assurdo di questa vicenda è che si continua a conferire in discarica i rifiuti provenienti dal bacino di conferimento che invece avrebbero dovuto essere trattati nell’impianto di tossilo riducendone ulteriormente la quantità attraverso le piattaforme di selezione e recupero e bruciando il secco residuo che non può essere recuperato per dargli nuova vita ma che nella fase di incenerimento produrrà energia elettrica.