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Marghine: i nati e i morti del 2023 paese per paese

Nel 2023 l’assegno di natalità, quello che chiamano bonus bebè, sul Marghine è passato come la pioggia sulle piume delle anatre.
Voluto per aiutare le famiglie che fanno figli, se non per invogliarle a farne, ha sortito invece l’effetto dell’acqua fresca.
I dati dell’Istat sull’andamento demografico del 2023 parlano chiaro: in tutti i comuni della zona le nascite sono diminuite, per non dire crollate, rispetto agli anni passati.

La misura del bonus bebè interviene in aiuto delle famiglie con «un assegno di natalità di 600 euro mensili per il primo figlio nato a decorrere da gennaio 2022 e 2023 e di 400 euro per ogni figlio successivo al primo, indipendentemente dal valore ISEE di appartenenza e in proporzione ai mesi di residenza».

Nel primo caso si tratta di 7200 euro all’anno, nel secondo di 4800.

Per tirare su un bambino ne servono di più, molti di più. Se poi entrambi i coniugi lavorano ci sono altri costi che l’incentivo non copre.
E così il saldo naturale della popolazione va avanti con un segno meno sempre più marcato. La forbice fra nascite e decessi si allarga di anno in anno.

Si nasce di meno e si muore di più perché è normale che in una popolazione che invecchia tenda ad aumentare il numero delle persone che muoiono dei dodici mesi. I numeri della statistica parlano chiaro. Eccoli.

Birori: nati zero, morti 6;
Bolotana: nati 5, morti 33, saldo naturale -28;
Borore: nati 4, morti 28, saldo -24;
Bortigali: nati 7, morti 15, saldo -8;
Dualchi: nati 2, morti 11, saldo -9;
Lei: nati 3, morti 11, saldo -8;
Macomer: nati 28, morti 118, saldo -90;
Noragugume: nati zero, morti 5;
Silanus: nati 7, morti 29, saldo -22;
Sindia: nati 5, morti 30, saldo -22.

In totale nel 2023 nei dieci comuni del Marghine (e non in tutti) sono nati 61 bambini, quanto basta, se non cambieranno i parametri, per mettere insieme tra sei anni due classi delle elementari. Il fenomeno della denatalità interessa tutta la Sardegna, ma nel Marghine e nelle zone interne dell’isola è più accentuato dalla mancanza di lavoro, di prospettive e di servizi. Le giovani coppie se ne vanno, a volte prima di fare figli. Sempre più spesso è l’intera famiglia a trasferirsi per cercare un lavoro che non trova nel comune e nella zona di residenza. Il bonus bebè, oltre a non bastare per coprire i costi per l’allevamento e la crescita di un bambino, non basta di certo per aiutare e sostentare l’intero nucleo familiare.