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1 maggio: 1400 euro a Macomer, 3000 in Germania

C’era una volta il 1° maggio di Macomer, che veniva celebrato nelle aziende produttive o di servizi come le ferrovie.
A turno, di anno in anno, le aziende accoglievano la manifestazione che veniva accompagnata dalla messa.
Da diversi anni non si fa più festa, se non per il fatto che i negozi e le attività sono chiusi. Oggi uffici e negozi rimarranno chiusi, ma non ci saranno celebrazioni. Il lavoro perduto non si festeggia. Dieci anni fa c’erano ancora operai in cassa integrazione che potevano avere una ragione per celebrare, anche se con rabbia, la festa dei lavoratori.
Oggi nomi come Legler, Queen, Texal, Alas, birreria, Vinci e quelli dei titolari dei caseifici appartengono alla storia, la storia industriale e occupazionale di Macomer che fa parte del suo passato.

Non c’è festa perché non c’è lavoro e non avrebbe senso (ci vorrebbe anche coraggio) organizzarla con disoccupati e pensionati. Del passato industriale di Macomer rimangono i caseifici abbandonati, gli stabilimenti venduti e quelli invenduti. Quello della Legler è diventato altro. Oggi è il centro di distribuzione delle merci del gruppo commerciale MD. C’è un centro distribuzione merci anche nella struttura ex Vinci di Tossilo. Nel complesso ex Queen non si capisce esattamente cosa ci sia dentro, ma non sembra che ci siano attività in corso.
Nella ex Texal non c’è nulla e la vegetazione si sta appropriando degli spazi esterni. La ex Alas l’ha acquistata il comune e ci ha fatto altro. Per non parlare delle ferrovie.
Negli anni Ottanta circa 400 macomeresi risultavano occupati nelle ex Complementari e nelle Ferrovie dello Stato, non solo nelle officine e nelle strutture di stazione di Macomer, ma anche come personale viaggiante e in altre zone della Sardegna (dati del piano socio economico della ex Comunità montana n. 8).
Oggi i ferrovieri macomeresi sono molti di meno.
Non è uno scenario esaltante.

In passato si veniva a Macomer per trovare lavoro, oggi chi ha un titolo spendibile e competenze, o si adatta a un lavoro meno qualificato (e sottopagato) rispetto alle capacità e alla formazione, o emigra dove le competenze hanno un valore. Non sono pochi che anche dal Marghine se ne vanno e trovano lavoro all’estero, magari con costi altissimi in termini di nostalgia e distacco dai parenti, ma con piena soddisfazione economica.

Le testimonianze non mancano.
Donna con titolo di ostetrica: dopo due anni di contratti a termine in giro per gli ospedali della Sardegna a poco meno di 1300 euro al mese si è trasferita in Germania dove lo stipendio supera i 3000 euro mensili.
Cuoco (termine chef volutamente evitato) con diploma dell’istituto alberghiero e poco più di cinque anni di esperienza: in Sardegna 1400 euro al mese con contratto a termine da giugno a settembre, assunto in Svizzera con contratto annuale e con stipendio oltre il doppio più altre indennità accessorie e agevolazioni.
Lo stesso discorso vale per camerieri, muratori, saldatori, elettricisti e via elencando. Oltre alla mancanza di lavoro, i giovani se ne vanno da Macomer per le forti disparità salariali che a volte sanno di sfruttamento.
A festeggiare il 1° maggio restano i pensionati, quelli che una volta lo festeggiavano davvero ma che oggi non hanno nessun interesse a farlo. I disoccupati non hanno voglia e non hanno niente da festeggiare.

Un commento

  1. Filippo Corridoni
    Filippo Corridoni 2 Maggio 2024

    Premesso che, buona parte di quella generazione che festeggiava il 1*Maggio è passata, purtroppo, a miglior vita, c’è da dire che, in gran parte l’articolo, molto sommariamente espone le ragioni per cui questa data non viene celebrata come si dovrebbe.
    C’è una cosa però che non è mai cambiata, sono i discorsi di circostanza che, i vari amministratori che si sono susseguiti ( anche oggi ) negli anni ripetono così, come un mantra, sempre uguali, non importa il colore politico che rappresentano, le parole sono sempre quelle, loro, che hanno anche delle responsabilità per non aver fatto di tutto per difendere almeno in parte quello che c’era, ma che anzi, almeno alcuni hanno barattato per il loro tornaconto personale, loro si, che festeggiavano e continuano a farlo il 1* Maggio.

I commenti sono chiusi.