Premi "Invio" per passare al contenuto

Marghine: anche le pecore vanno via

In quasi tutti i comuni del Marghine il numero degli allevamenti ovini è diminuito negli ultimi cinque anni.

Di conseguenza, anche se in percentuale minore, si è ridotto anche il numero dei capi allevati.
Allevare pecore non è più remunerativo come in passato e i fattori economici non invogliano le nuove generazioni a dedicarsi all’allevamento.

Negli anni Ottanta la Comunità montana n. 8 puntava a  raggiungere il numero dei 300 mila capi allevati nel proprio territorio, che allora comprendeva anche i comuni della Planargia in alcuni dei quali, come a Suni, l’allevamento degli ovini è piuttosto diffuso.

Oggi nei dieci comuni del Marghine se ne allevano poco più della metà, che comunque sono tanti, esattamente il 5,73% dei capi allevati in Sardegna e il 20,83% di quelli allevati in provincia di Nuoro.

I dati riportati di seguito sono quelli del Sistema informativo veterinario e sono aggiornati al 31 dicembre 2023.

Un deciso calo del numero gli allevamenti si è registrato negli ultimi cinque anni.
Probabilmente anche la pandemia ha contribuito ad allontanare molti allevatori dalle campagne.

Al 31 dicembre del 2019 gli allevamenti ovini rilevati nei dieci comuni della zona erano 765. Al 31 dicembre 2023 erano invece 679, ottantasei in meno con un calo pari al 11,25%. Il patrimonio ovino italiano è di 5.922.620 capi.
Circa la metà sono allevati in Sardegna: 2.869.266 capi ripartiti su 15.432 allevamenti.
Le pecore allevate in Sardegna, cioè i capi che producono il latte, sono 2.604.180. Gli allevamenti della provincia di Nuoro sono 4.589 mentre quelli del Marghine (i dieci comuni) sono 689.
In provincia di Nuoro si allevano 789.355 ovini.
Il 19,56% sono nel Marghine: 154.456 capi di cui 147.906 pecore da latte.
La media per allevamento è di 242 pecore.
Da considerare però che ci sono quelli che ne hanno 400 e quelli che non arrivano a 50.

Il calo del numero degli allevamenti è dei capi allevati interessa tutta la Sardegna, dove nel 2019 si contavano 19.920 aziende contro le 15.432 attuali e 3.069.508 capi contro gli attuali 2.869.266.

Particolarmente marcato il calo degli allevamenti in provincia di Nuoro: 1.268 in meno in cinque anni, mentre è meno marcata la diminuzione dei capi: 21.949 in meno pari al 2,7%.
Andamento più o meno identico anche nel Marghine: 765 aziende nel 2019 e 679 cinque anni dopo, 171.437 capi cinque anni fa contro i 164.456 attuali, 6.981 in meno con un calo percentuale del 4,07%.

Al 31 dicembre dello scorso anno, nel Marghine i comuni col maggior numero di aziende di allevamento ovino erano Silanus (105), Bolotana (102), Macomer (99), Sindia (73), Borore (70), Bortigali (56), Noragugume (50), Dualchi (39), Lei (27) e Birori (18). Il comune dove si alleva il maggior numero di ovini è Macomer con 27.741 capi, seguito da Silanus (26.899), Sindia (24.598), Bolotana (24.082), Borore (17.972), Bortigali (14.882), Noragugume (11.703), Dualchi (6.299), Lei (5.948) e Birori (4.332).

Per quanto riguarda gli allevamenti basta un semplice calcolo per rilevare la persistenza di accentuate condizioni di polverizzazione con dimensioni medie del gregge attorno ai 240 capi, «accettabili – si legge in uno studio che la Comunità montana n. 8 realizzò alla fine degli anni Novanta quando la media era più o meno identica a quella attuale, segno che le cose non sono cambiate – solo per aziende che non ricorrono alla mungitura meccanica, grazie alla quale una sola unità lavorativa è in grado di governare un carico di bestiame decisamente superiore».