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Macomer: l’archivio da non perdere

Il 13 ottobre 2015 venne a mancare Gustavo Salmon, l’ultimo dei Salmon rimasto a vivere a Macomer.
La vicenda dei Salmon è quella di una famiglia ebraica di origini antiche, pellegrina sulla terra come lo sono stati purtroppo molti ebrei, costretti a scappare di regione in regione per l’accendersi ciclico dell’odio verso di loro.

Erano originari di Algeri, poi trasferitisi a Livorno dopo una rivolta antiebraica, ai primi dell’Ottocento.
A venire a Macomer, verso il 1870, fu il nonno di Gustavo, che aveva lo stesso nome. La ragione fu la caccia e fu benedetta, perché questo ramo della famiglia si salvò dalle persecuzioni nazi-fasciste da cui non scamparono gli altri rimasti in Toscana.

Gustavo Salmon senior fu un uomo vivace, in rapporto con la famiglia di Benjamin Piercy, lui stesso imprenditore molto avveduto. Aprì la prima banca privata a Macomer. Avviò caseifici e mulini (il mulino era più o meno dove oggi ha sede Banca Intesa) e costruì a Macomer due ville in stile liberty: una oggi è nota come villa Pasquini, l’altra era la casa di residenza dei Salmon, la celebre villa Salmon oggi sede dell’Unione dei Comuni, resa irriconoscibile da un restauro grossolano e da un esproprio ideologico e senza senso.

I Salmon vennero protetti dalla comunità (e dalle autorità fasciste locali) durante il fascismo. Godevano di un grande prestigio sociale anche per una naturale signorilità di modi. Un figlio di Gustavo il vecchio,  Oscar, fu maggiore dell’esercito pluridecorato durante la prima guerra mondiale. La seconda figlia, Emma, si sposò a Cagliari e la sua figlia, Nereide Rudas, è stata la madre della psichiatria sarda del secondo dopoguerra.
La villa di famiglia a Bosa domina, dal promontorio, la foce del fiume.

Fu la famiglia Salmon a donare il terreno dove sorse la seconda parrocchia di Macomer, quella di San Francesco. Non a caso sulla facciata campeggiava, fino a qualche anno fa, una enorme stella di David.

Chi ha custodito la memoria, gli oggetti, la storia di questa illustre famiglia fu proprio Gustavo junior, deceduto nel 2015, lasciando un archivio di carte, memorie e oggetti fondamentali per la storia di Macomer. Gustavo junior era un uomo con moltissime relazioni; era repubblicano e ragionevolmente massone, della parte buona, mazziniana, della massoneria sarda. Era un grande collezionista di memorie.

Oggi il suo archivio è nella disponibilità dei fratelli, ma dovrebbe essere la città a tutelarlo e valorizzarlo. I Salmon, con i Piercy, rappresentarono la parte non padronale del capitalismo macomerese, quello che fece fare un salto di qualità al borgo e che ne trasformò la mentalità. Erano moderni, aperti e ricchi in modo signorile e non arrogante. Salvare questo archivio, significa dare alla società un maggiore senso di sé, dei propri luoghi, della legittimità e fondatezza delle proprie ambizioni.