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Unione dei comuni: vasi rotti e cocci di rancore

Dopo le dimissioni di Franco Scanu da presidente dell’Unione dei comuni del Marghine ad appena sei giorni dalla sua elezione, sono in molti a chiedersi quale sarà la sorte dell’aggregazione di enti nata per dare unità e forza politica al territorio.
Come aveva annunciato sei giorni fa, anche Rita Zaru, sindaco di Noragugume eletta a fare parte della giunta esecutiva dell’Unione, si è dimessa dall’incarico qualche ora prima che lo facesse il presidente.

L’accordo che sembrava spianare la strada a nuove intese per combattere insieme sui fronti aperti della sanità, dei trasporti, dello sviluppo e dello spopolamento, si è infranto contro un muro di incomprensioni, sotterfugi e giochi che il cittadino comune non riesce a comprendere, anche perché sono in ballo partite importanti che nessun comune della zona riuscirà a portare a vanti da solo e tanto meno a vincere.

Battaglie come quella per la nuova ferrovia, che Nuoro vorrebbe collegare con la dorsale sarda ad Abbasanta, non è in grado di vincerla neppure Macomer, che a livello provinciale e regionale conta quanto il due di briscola e ha peso politico pari a zero.

L’intesa dopo la paralisi che dalla scorsa primavera ha bloccato l’attività dell’associazione dei comuni per alcuni mesi si è sgonfiata come un pallone di gomma al quale hanno tolto l’aria.

La domanda che si pongono in tanti è se l’Unione dei comuni avrà un futuro.
Per Rita Zaru, che ieri assieme ai sindaci di Birori, Bortigali e Silanus ha tenuto una conferenza stampa su questa vicenda, rimettere assieme i cocci del vaso in frantumi non sarà facile, ma è necessario farlo nell’interesse del territorio e tutti dovranno essere disponibili, ma con chiarezza e lealtà.

Secondo il sindaco di Sindia, Franco Scanu, che si è dimesso da presidente dopo aver constatato che non si poteva andare avanti, non ci sarebbero più le condizioni per proseguire in quanto nessuno avrebbe voluto fare un passo indietro dalle posizioni assunte.

Cosa accadrà ora?
Un commissariamento dell’Unione appare improbabile, anche perché non si tratta di un ente ma di un’aggregazione di enti che nasce dalla libera adesione di ciascuno.

Si andrà a scioglimento?

A parole tutti si dicono contrari, anche perché sul sociale svolge un ruolo importante in un momento in cui molta gente è in difficoltà. I protagonisti di questa vicenda, intanto, sembrano fermi al ruolo di chi sta tra le macerie senza un progetto.