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Margine: dimensionamento scolastico asinino

Sette delle 47 autonomie scolastiche operanti nella Provincia di Nuoro saranno accorpate ad altre.
A partire dall’anno scolastico 2024-2025, nel Marghine sparirà quella di Silanus e le uniche scuole autonome del territorio saranno quelle di Macomer: due istituti superiori e due comprensivi.

Quello di Silanus, che negli ultimi anni ha funzionato in regime di reggenza con un dirigente di un’altra scuola, sarò smembrato e le scuole del paese faranno capo all’istituto comprensivo n. 1 di Macomer. Bolotana e Lei andranno invece al comprensivo n. 2.

Il tutto nel silenzio totale della politica locale.
Erano pochissimi i sindaci presenti all’incontro convocato dal commissario della Provincia, Costantino Tidu, nel quale si è parlato di queste cose.

Sui nuovi tagli alle scuole non si è mossa e non si muove foglia. Sembra quasi che ai sindaci di questo territorio non interessi o che non ne sappiano nulla. Entrambe le ipotesi non sono un merito per chi è chiamato ad amministrare il territorio perché denotato menefreghismo o sciatteria.

In ogni caso i tagli vanno avanti e nel dimensionamento imposto dallo Stato (la Regione che ha competenze importanti è rimasta a guardare) si va al ribasso con scuole che non si rinnovano e non sanno stare al passo con i tempi.
Detto in modo più brutale, nelle zone interne ci sono sempre meno scuole che offrono una formazione sempre più scadente.
Non parliamo della preparazione, meglio stendere un velo pietoso.
Se si dovesse applicare alla lettera la normativa che fissa i parametri per mantenere in vita autonomie e istituti scolastici, dei 42 che dovrebbero essere chiusi in Sardegna, dieci sono in provincia di Nuoro, dove la popolazione continua a diminuire.

Si pensi che in soli dieci mesi, da gennaio a ottobre, la provincia di Nuoro (Ogliastra compresa) ha perso più di 1500 abitanti e Macomer 150, poco meno del due per cento della popolazione. I nuovi parametri fissati dallo stato basati più su calcoli ragionieristici che non sulle effettive esigenze dei cittadini, per mantenere un’autonomia scolastica, un istituto o semplicemente una classe richiedono invece un numero di alunni sempre maggiore. In un territorio dove si nasce sempre di meno la scuola finirà  ridotta ai minimi termini, qualcosa come le scuole delle frazioni di montagna o delle piccole isole dove c’era una maestra per tutti ed era già tanto se alla fine della scuola dell’obbligo, quando l’obbligo scolastico non andava oltre la quinta elementare, gli alunni sapevano leggere, scrive e far di conto, ma niente di più. In base ai vecchi parametri per mantenere un’autonomia scolastica servivano 600 alunni. Nei comuni di montagna, che nel Marghine sono quasi tutti, bastavano 400. Oggi ne servono 961 e poco importa che si tratti di un territorio in zona montana, con tutti i disagi che ne derivano soprattutto nei collegamenti, o in riva al mare, cioè in pianura dove le cose, in particolare gli spostamenti, sono meno difficili.

A Macomer tra qualche anno sarà difficile mettere assieme gli alunni necessari anche per formare una prima elementare. Nel 2023 da gennaio a ottobre sono nati 22 bambini.  È vero che a Macomer frequentano anche i bambini di Birori e che presto potrebbero aggiungersi quelli di Bortigali, ma gli scenari demografici non sono rassicuranti. A Macomer, polo della formazione di valenza regionale fino a poco meno di vent’anni fa’, l’offerta scolastica si è rarefatta e nei prossimi anni sarà anche peggio.