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Si riprende a fare olio e vino

Dell’industria è rimasto poco (quasi niente), l’artigianato (quello creativo) si limita a poca cosa (più che altro il tessile), forse le uniche produzioni del Marghine che meritano attenzione sono quelle dell’agricoltura e dell’agroalimentare e il Gal intende promuoverle, anche e soprattutto nel consumo locale.

Lo farà attraverso un progetto che punta alla creazione di percorsi di sensibilizzazione e di educazione al consumo sostenibile rivolti ai bambini, ai ragazzi in età scolare, alle famiglie, insegnanti e cittadini. Si tratta di un’iniziativa ambiziosa, ma comunque valida.

Parte infatti dalle nuove generazioni per educarle ad una «alimentazione locale e sostenibile». Il progetto ha lo scopo di «promuovere una cittadinanza attiva e consapevole, a partire dalle nuove generazioni, affinché possano conoscere, custodire e trasmettere i valori identitari del Marghine legati alla specificità ambientale (biodiversità) e alla tradizione agroalimentare».

Detto in termini più comprensibili, il Marghine ha delle produzioni tipiche che sono di qualità, prodotti apprezzabili come il latte, le carni provenienti dagli allevamenti della zona, il pane (Borore ha persino un museo che attende di essere rilanciato), i dolci e tutto ciò che proviene direttamente o indirettamente dalla terra.

L’olio prodotto dagli olivicoltori della zona è apprezzato ed esportato anche fuori dalla Sardegna. In questi ultimi anni si è iniziato a recuperate oliveti incolti e ad impiantarne dei nuovi. Per non parlare delle vigne.

Il Marghine non produce malvasia, vernaccia o vermentino, vini che hanno un nome che li identifica con i territori di produzione e li distingue, ma ne produce degli altri molto apprezzati dagli intenditori. L’iniziativa del Gal certamente non ha come obiettivo quello di iniziare i bambini al consumo del vino, ma ci sono tante altre produzioni di qualità che possono rientrale in uno stile alimentare corretto che le nuove generazioni ancora non conoscono. Il percorso di educazione alimentare punta a farle conoscere e a diffonderne il consumo anche e soprattutto come elementi base di un’alimentazione corretta e sana. Il progetto partirà nell’anno nel corso del 2024 e interesserà diverse scuole del territorio.